8 novembre 2016 Election Day: il conto alla rovescia

 

George Pataki

b_490_390_16777215_00_images_Repubblicani_George-Pataki.jpgGeorge Elmer Pataki (Peekskill, 24 giugno 1945) è un politico statunitense. Il ramo paterno della sua famiglia era di origine ungherese (suo nonno era un immigrato proveniente da Mátészalka) mentre quello materno aveva discendenze italiane ed irlandesi tant'è che il nonno paterno, Matteo Laganà, era nato in Calabria nel 1889 (sposatosi con Agnes Lynch). Figlio di un fattorino, Pataki vinse una borsa di studio ed entrò all'Università Yale nel 1964 per poi laurearsi nel 1967; già all'interno dell'ateneo si era distinto politicamente, essendo diventato il portavoce del movimento studentesco conservatore. Nel 1970 si specializzò in giurisprudenza alla Columbia University e l'anno seguente ottenne un master. Membro del Partito Repubblicano, cominciò la sua carriera politica nel novembre del 1981 venendo eletto sindaco del suo paese natio, Peekskill, con il 70% dei voti. Ricevette dai suoi concittadini un secondo mandato nel 1984, stavolta con il 74% delle preferenze, ma si dimise spontaneamente poco dopo. Nel novembre del 1984 si candidò infatti all'assemblea statale di New York, venendo eletto con il 53% dei suffragi. Confermò il suo seggio anche nel 1986 (63%), nel 1988 (74%) e nel 1990 (90%, ma in questa occasione i democratici non presentarono nessun candidato). Nel 1992 avanzò la sua candidatura per il Senato di New York: vinte le primarie repubblicane con il 52% dei voti, Pataki riuscì ad imporsi nelle consultazioni vere e proprie con un buon margine. A quel punto si sentì abbastanza forte per presentare la sua candidatura a governatore dello Stato, e fece partire immediatamente la campagna elettorale. Sostenuto nelle primarie dal senatore Al D'Amato, Pataki riuscì ad imporsi anche nella tornata con il governatore uscente, Mario Cuomo, che sembrava popolarissimo ed imbattibile. Era dai tempi di Franklin D. Roosevelt (1929-1932) che il governatore dello Stato di New York non era nato a New York City. Nonostante l'opposizione di Cuomo, che negli anni passati aveva imposto il suo veto, Pataki reintrodusse nello Stato di New York la pena di morte: a suo dire, la scelta era condivisa dalla maggior parte dei cittadini. Inizialmente la Corte d'Appello dello Stato giudicò parzialmente incostituzionale il modo con cui la legge era stata scritta (caso People v. LaValle) e fu necessaria una sua riscrittura. In ogni caso, durante il governo di Pataki nessuna persona venne condannata a morte. Essendo un ex avvocato specializzato in diritto tributario, Pataki si occupò molto dei temi inerenti alla tassazione: durante il suo governo, ci furono numerosi tagli alle imposte e le spese statali furono fortemente contenute. Al tempo stesso avviò un forte processo di privatizzazione delle imprese. Nel 1998 Pataki ottenne il suo secondo mandato con relativa facilità: si parlo di lui prima come possibile candidato alle primarie presidenziali del Partito Repubblicano e poi come papabile vice di George W. Bush, che alla fine invece optò per Dick Cheney. All'indomani del 11 settembre 2001, Pataki concordò con Rudy Giuliani di utilizzare dieci miliardi di dollari per costruire un museo in memoria delle vittime, ma ancora nel settembre del 2006 il progetto non era partito. Nel 2002 Pataki ottenne il suo terzo mandato da governatore di New York, battendo il candidato dei democratici Andrew Cuomo (figlio di Mario) anche grazie all'appoggio che gli venne concesso dall'Indipendence Party. Il 31 dicembre del 2006 fu l'ultimo giorno da governatore per Pataki, che annunciò di non essere interessato ad entrare nel gabinetto Bush né di voler concorrere alle primarie presidenziali repubblicane del 2008. Nel settembre del 2007 George W. Bush ha nominato Pataki delegato statunitense alle Nazioni Unite; tale decisione fu approvata a larga maggioranza dal Senato nazionale.

Campaign Site: GeorgePataki.com
Facebook: www.facebook.com/GovGeorgePataki
Twitter: www.twitter.com/GovernorPataki

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