8 novembre 2016 Election Day: il conto alla rovescia

 

Mid-term: le destre europee fanno festa come se vinto loro

b_617_213_16777215_00_images_empire_red.jpgL’eco del risultato delle elezioni di Mid-term negli Usa rende euforiche in Europa la destra storica e quella populista: l’Empire State Building tutto rosso repubblicano le emoziona, quasi che a vincere siano stati loro. Gasparri è nostalgico di Bush figlio e dei suoi neo-cons; Salvini spera di raccogliere alleati nelle sue crociate anti-immigrati. Se conta di trovarli fra gli ispanici di seconda generazione, che, come gli italo-americani una ventina d’anni fa, si fanno conservatori, sbaglia di grosso: l’America è terra d’immigrati, di ius soli, di ‘e pluribus unum’. I progressisti europei, però, in qualche modo avallano la tracotanza delle destre: vestono a lutto, temono di subire i contraccolpi della sconfitta del ‘comandante in capo’ che li aveva ispirati. Senza dubbio, il risultato del voto di Mid-term segna una battuta d’arresto dei progressisti e un’avanzata dei conservatori, che, però, in America sono una galassia meno definita che in Europa. Liberismo economico e fondamentalismo religioso, ‘piccolo governo’ e pari opportunità s’intrecciano con populismi e qualunquismi. La sigla di moda, il ‘Tea Party’, s’ispira agli albori dell’indipendenza degli Stati Uniti: a muovere i patrioti, l’ostilità a pagare le tasse al re. Ci sono similitudini con leghisti e grillini, ma leggere un parallelismo delle situazioni è grottesco.

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