8 novembre 2016 Election Day: il conto alla rovescia
L’ America volta pagina e cambia agenda. Ma le pagine della nuova potrebbero restare tutte bianche se gli Stati Uniti del prossimo biennio non saranno governata, ma vivranno un ‘muro contro muro’ tra l’Amministrazione democratica e il Congresso repubblicano: le iniziative della Casa Bianca bloccate in Campidoglio; e il veto del presidente apposto sulle leggi parlamentari. La prospettiva non spaventa Wall Street, che festeggia il successo dei conservatori, dopo averne abbondantemente foraggiato le campagne. Anche perché nessuno crede davvero che l’America resterà paralizzata, in attesa delle presidenziali 2016. Non è interesse di nessuno: né dell’Amministrazione democratica, che non vorrà certo andarsene con un bilancio fallimentare; né dell’opposizione repubblicana, che non vorrà presentarsi alle urne, nell’appuntamento più importante, con la nomea di ‘Mr No. Nel 2016, si va verso un’alternanza di colore –sicuro- e di genere –forse-, non necessariamente di partito. Le relazioni internazionali, dove il Senato ha potere, sono un terreno minato. Meno protezionismo, forse, sul fronte commerciale, ma anche più diffidenza verso la Cina e le potenze economiche emergenti. E tentazioni d’interventismo nelle crisi: muso duro con la Russia di Putin; più vicinanza con Israele. Ma le truppe lasceranno l’Afghanistan entro fine anno; e non torneranno in Iraq, contro il Califfato, a meno che Obama non rinneghi se stesso.