8 novembre 2016 Election Day: il conto alla rovescia

 

Primarie: tutti i candidati dal più conservatore al più liberal

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2015/02/02 - Il più conservatore è un ‘libertario’ di cui sentiremo molto parlare nelle primarie repubblicane – queste 2016 e altre prossime venture -: Rand Paul, senatore del Kentucky, figlio di quel Ron Paul, deputato del Texas, più volte candidato alla Casa Bianca per il partito libertario –appunto- ed anche in lizza per la nomination repubblicana –nel 2012, fu l’ultimo a cedere a Romney-. Il più ‘liberal’ è un senatore del Vermont, Bernie Sanders, che si autodefinisce “un democratico socialista” e che prospetta agli americani una democrazia “alla scandinava” –lui sarà poco più di una meteora-. L’esercizio di catalogare dal più conservatore al più liberal i potenziali candidati alle nominations dei due maggiori partiti è di Crowdpac, un sito di ricercatori della Stanford University, che analizza i voti e le dichiarazioni dei candidati e anche da chi hanno ricevuto sostegno finanziario nella loro attività politica. Utilizzando un algoritmo concepito ad hoc, Crowdpac attribuisce una valutazione ad ogni candidato, da 10 C –il massimo del conservatorismo: Paul è addirittura ‘fuori scala’, 10,16- a 10L –il massimo del ‘liberal’ –Sanders arriva a 8,3-. Detto delle estreme dei due schieramenti, vediamo chi sta più al centro: il meno conservatore dei repubblicani è il governatore del New Jersey Bill Christie, a 2,5 C, uno degli outsiders della corsa; il meno ‘liberal’ dei democratici è il vice-presidente Joe Biden, a 4,4. Ciascuno può riscontrare il posizionamento del proprio beniamino, se ne ha uno. I favoriti dove si situano? Nel campo democratico, meno affollato, Hillary Clinton, a 6,4, sta quasi esattamente a metà strada tra Biden e la senatrice del Massachussetts Elizabeth Warren (8,2). Nel campo repubblicano, con una ventina di nomi – e non sono tutti -, Jeb Bush è fra i meno conservatori, a 4,2, mentre Mitt Romney, che però s’è nel frattempo tirato fuori, è a 5,0. Tranne Christie e Jon Huntsmann, l’ex ambasciatore degli Usa in Cina, sono tutti più conservatori di Jeb. Stupisce, ma relativamente, che nessuno occupi decisamente il centro dello schieramento globale, che è decisivo per la conquista della Casa Bianca. In realtà, i candidati alla nomination devono posizionarsi piuttosto sul centro del loro ambito di riferimento, mentre i candidati alla presidenza tendono poi a spostarsi al centro dello schieramento globale, per conquistare i voti dei ‘centristi’ e degli indecisi. (gp)

 

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