8 novembre 2016 Election Day: il conto alla rovescia
2015/02/15 - Barack Obama ha forse compromesso la tradizionale alleanza tra i democratici e la Silicon Valley: all’invito del presidente per il primo vertice contro i cyber-attacchi molti grossi nomi hanno risposto picche, in aperta polemica con l’Amministrazione statunitense sul capitolo privacy. Fra le defezioni, quelle di Mark Zuckerberg di Facebook e dei numeri uno di Google e Yahoo. Tra i big del settore, c’era solo Tim Cook di Apple, con i leader di società di credito ovviamente interessate all’affidabilità delle transazioni online. La frizione tra il presidente e i giganti dell’informatica potrebbe avere un impatto sulla campagna elettorale per le presidenziali 2016, se i fondi di solito destinati al candidato democratico dovessero essere ridotti o, peggio, deviati su quello repubblicano – circostanza, quest’ultima, improbabile -. Il Datagate e lo strascico di polemiche conseguente hanno dunque lasciato il segno. Il che non ha però impedito a Obama di lanciare, venerdì, dall’Università di Stanford in California, un appello alle aziende della Silicon Valley perché lavorino con l’Amministrazione sulla cyber-sicurezza. Gli hacker – dice il presidente, firmando l’ordine esecutivo sulla sicurezza informatica - minacciano "quotidianamente" la sicurezza nazionale americana, economica e dei consumatori, e costano posti di lavoro: per difendersi, ci vuole "una collaborazione tra governo e industria": "Il grande paradosso dei nostri tempi – prosegue Obama - è che le stesse tecnologie che ci consentono di ottenere grandi risultati possono essere utilizzate contro di noi, esponendoci a gravi rischi". E il presidente ricorda quanto "cruciali" siano stati i fondi per la ricerca governativi per le grandi invenzioni tecnologiche. L’ordine esecutivo, l’equivalente statunitense d’un decreto legge, incoraggia e promuove la condivisione d’informazioni su minacce informatiche tra il settore privato e il governo federale. (dispacci d’agenzie – gp)