8 novembre 2016 Election Day: il conto alla rovescia

 

Democratici: Hillary si candida, Obama la sostiene

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2015/04/12 - Da Panama, dove partecipa al Vertice delle Americhe, incontra Raul Castro e sdogana definitivamente le relazioni tra Usa e Cuba, il presidente Barack Obama manda il suo viatico: Hillary Clinton, che fra poche ore annuncerà la sua candidatura, "sarebbe un eccellente presidente". E aggiunge: "E’ stata un segretario di Stato formidabile, è anche una mia amica, avrà tutto il mio sostegno”. Anche se, “io non sarò della partita". Eppure, Barack e Hillary non si sopportavano proprio, ai tempi della combattuta stagione delle primarie 2008. Poi, invece, si sono ritrovati legati l’uno all’altra a doppio filo. Lei ha messo al suo servizio il ‘brand Clinton’ nelle campagne elettorali 2008 e 2012. Lui le ha consentito di farsi un’esperienza internazionale, con i quattro anni da segretario di Stato; e, adesso, le passa pezzi pregiati della sua squadra. Lontani, lontanissimi, i tempi dell’astio dei Clinton per quel loro ‘protetto’ nero che osava sfidare, e battere, l’ex first lady nelle primarie 2008, ribaltando l’ordine delle cose e la gerarchia del potere: prima, una donna alla Casa Bianca; poi, eventualmente, un nero o un ispanico. Perché Hillary Clinton è l’unica opzione seria del partito democratico per restare alla Casa Bianca. Intorno a lei, il vuoto: le ipotesi Joe Biden, vice-presidente, e John Kerry, segretario di Stato, più che vere e proprie alternative sono ruote di scorta, se strada facendo l’ex first lady dovesse essere azzoppata da qualche scandalo. Il rischio c’è e le avvisaglie si sono già viste. Prima il Washington Post, poi il New York Times hanno tirato fuori polemiche scomode: i finanziamenti alla Fondazione Clinton da Paesi esteri, mentre Hillary era segretario di Stato; e l’uso della mail privata, invece di quella ufficiale, sempre quand’era a capo della diplomazia statunitense. I repubblicani non ci sono andati giù pesanti: loro cercheranno di affondare Hillary quando sarà la candidata dei democratici; per il momento, sono ‘siluri di partito’. Gli attacchi però non vengono da Obama, che sta anzi cedendo all’ex first lady gli elementi migliori del suo staff: John Podesta, fedelissimo clintoniano, già capo dell’apparato di Bill alla Casa Bianca, ha lasciato il Pentagono per il ‘team Hillary’; e Jennifer Palmieri, direttore della comunicazione dell’Amministrazione Obama, è diventata responsabile della comunicazione della candidata.  Un altro ‘obamiamo’, Joel Benenson, potrebbe essere il sondaggista capo. L’uomo nuovo, e forte, del ‘team Hillary’ sarà Robby Mook: giovane -36 anni- e molto qualificato, Mook, nato e cresciuto nel progressista Vermont, ha l’età per parlare ai ‘Millennial’, che voteranno per la prima volta e che potrebbero risultare determinanti. Toccherà a lui, pare, guidare con Podesta la squadra … (Il Fatto Quotidiano con integrazioni – gp)

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