8 novembre 2016 Election Day: il conto alla rovescia
2015/05/01 – Uno dei crinali certi tra democratici e repubblicani di Usa 2016 saranno le nozze gay, cioè il riconoscimento dei matrimoni fra persone dello stesso genere. Un’avvisaglia, ammesso che ce ne fosse bisogno, l’hanno data Hillary Clinton e Marco Rubio. Hillary, che s’è dichiarata favorevole alle nozze gay solo il 18 marzo 2013, appena due anni fa, s’era sempre detta convinta che la materia fosse di competenza degli Stati dell’Unione e andasse cioè da loro regolata, come oggi avviene. Meno di 72 ore dopo avere ufficialmente annunciato la sua candidatura alla nomination democratica per Usa 2016, l’ex first lady ha cambiato idea: ora, sostiene che si tratta di un diritto costituzionale e che debba quindi essere regolato da una legge federale valida automaticamente per tutta l'Unione. Hillary s’è espressa prima dell’udienza del 28 aprile della Corte Suprema degli Stati Uniti, che s'è occupata, per la prima volta, del caso. Il senatore della Florida Marco Rubio, il terzo repubblicano sceso in lizza, la pensa in modo diverso: ritiene che essere gay o lesbica non sia una scelta, ma piuttosto un fatto genetico, e soprattutto non crede che il matrimonio tra persone dello stesso sesso sia un diritto costituzionale e vuole che la decisione se consentirlo o meno resti dei singoli Stati e non tocchi ai tribunali: "Non sono contro le nozze gay", ha detto, ma "credo che la definizione dell'istituzione del matrimonio dovrebbe essere tra un uomo e una donna. Gli Stati hanno sempre regolato il matrimonio: se uno Stato vuole darne una definizione diversa, dovrebbe avviare un dibattito politico nelle proprie istituzioni". Le nozze gay sono legali al momento in 37 Stati su 50, incluso il District of Columbia dove c’è la capitale Washington. (dispacci d’agenzia – gp)