8 novembre 2016 Election Day: il conto alla rovescia
E’ segnato dalle polemiche il percorso elettorale di Hillary Rodham Clinton, candidata (quasi) unica alla nomination democratica per Usa 2016. A volte sono polemiche stucchevoli, come lo scalpore, dettato più che altro dall’invidia, suscitato dal fatto che lei e Bill, il marito, presidente Usa dal 1993 al 2001, hanno guadagnato 30 milioni di di dollari negli ultimi 16 mesi, gran parte dei quali, circa 25 milioni, frutto degli oltre 100 discorsi a pagamento tenuti in vari eventi. Nessun illecito, nessuna truffa: le cifre sono state pubblicate dallo staff di Hillary. Ma non è mica colpa sua, né del marito, se c’è chi paga, e bene, per un loro speech. Più spinosi, invece, alcuni discorsi gratis, come quello che l’ex segretario di Stato farà in settimana in Congresso. I repubblicani la chiamano a testimoniare su Bengasi - La Clinton si presenterà in settimana a testimoniare sull'attacco al consolato degli Usa a Bengasi che, l’11 settembre 2012, fece quattro vittime americane, l’ambasciatore Chris Stevens e tre marines –all’epoca dei fatti, la Clinton era a capo della diplomazia statunitense-. Lo scorso anno, la Camera aveva deciso di creare una commissione d’inchiesta sull'attacco: con una lettera del suo avvocato David Kendall, Hillary ha risposto all’istanza di audizione emanata a marzo e ha accettato di comparire e testimoniare. Le mail non finiscono mai – Componenti della Commissione vogliono pure chiedere conto all’ex first lady dell'utilizzo della propria mail privata per trattare questioni ufficiali, quand’era appunto segretario di Stato. Finora la commissione aveva solo chiesto di esaminare i messaggi della Clinton, che, però, a fine marzo, ha definitivamente cancellato tutto il contenuto del suo account privato. A darne notizia è stato un deputato repubblicano, Trey Gowdy, riferendo un’altra comunicazione sempre dell’avvocato Kendall: "Abbiamo appreso dal suo legale che la Clinton ha unilateralmente deciso d’eliminare tutte le mail dal suo server personale". Clinton dribbla domande su presunto conflitto interessi, Fondazione ammette errori – Poi c’è il possibile conflitto di interessi tra la sua candidatura alla Casa Bianca e alcune attività nella Fondazione Clinton. Rispondendo a domande di giornalisti a Keene nel New Hampshire, Hillary era stata elusiva: "Sono oggetto di tutti i tipi di distrazioni e di attacchi … Noto che i repubblicani paiono interessati a parlare di me. So, purtroppo, che questo fa parte del lavoro, sono preparata". Ma l’attenzione dei media e l’uscita del libro "Clinton Cash" di Peter Schweizer, un ex consigliere di George W. Bush, sulle donazioni giunte alla Fondazione da finanziatori collegati a governi esteri, quando la Clinton era segretario di Stato, ha suggerito maggiore trasparenza: la Fondazione, creata da Bill e da cui Hillary s’è dimessa candidandosi alla Casa Bianca, ha ammesso “errori” nell’elenco delle donazioni ricevute da governi stranieri. L'amministratore delegato ad interim Maura Pally ha affermato: "Tutte le nostre entrate totali sono state riportate accuratamente sui moduli (per le tasse, ndr) di ogni anno ... I nostri errori hanno riguardano l’avere mischiato i contributi dei governi con altre donazioni … Stiamo intervenendo rapidamente per porvi rimedio" Il 16 aprile, la Fondazione Clinton ha annunciato che d’ora in poi avrebbe accettato fondi solo dai governi di sei Paesi: Canada, Australia, Gran Bretagna, Germania, Olanda e Norvegia. Nel necrologio chiede “non votate Hillary Clinton” - “Al mio funerale non voglio fiori, ma una promessa, non votate Hillary Clinton nel 2016”: è stato questo l'ultimo desiderio di Larry Darrell Upright, morto a 81 anni nella North Carolina, riferito dalla famiglia nel necrologio. Moltissimi i commenti ‘postati’ da parenti e amici e dalla comunità online sul sito dell'emittente Nbc12, che ha dato la notizia, e su quello dell'agenzia funebre. Qualcuno ha scritto: "Non voteremo per Hillary neanche se fosse l'unica a correre". (fonti varie – gp)