8 novembre 2016 Election Day: il conto alla rovescia
Ancora una volta, al centro del palco ci sarà Donald Trump. Ma i riflettori saranno puntati su Ted Cruz e Marco Rubio, i due astri crescenti, nei sondaggi, di questa campagna, mentre la stella di Ben Carson sta declinando e quella di Jeb Bush non s’è mai levata sull’orizzonte. Che Trump percepisca ormai Cruz come un pericolo lo si deduce anche dal fatto che la tregua fra i due, mai dichiarata, ma stabilitasi di fatto dall’inizio della campagna, s’è ormai rotta: il magnate dell’immobiliare attacca il senatore del Texas.
“Per me, sarà una notte in Paradiso –ha detto ai suoi sostenitori-: darò loro (ai suoi rivali, ndr) un’occasione per rendersi ridicoli di fronte a milioni di spettatori”.
Il dibattito repubblicano di questa sera a Las Vegas, il quinto della serie, è il primo da oltre un mese, dopo le carneficine di Parigi e la strage di San Bernardino. I sondaggi dicono che la sicurezza nazionale è la maggiore preoccupazione degli elettori americani: il 60% ritiene che la sicurezza dovrebbe essere in cima alle priorità del governo. Stando a un rilevamento Wall Street Journal - Nbc, il terrorismo sarà un tema della campagna: "Finora, c’era l’incertezza sull’economia , ora c'è la paura" affermano gli analisti.
Se si votasse oggi, conferma il sondaggio WSJ-Nbc, la candidata democratica Hillary Clinton batterebbe Donald Trump di dieci punti (50% a 40%), nonostante lo showman abbia rafforzato il suo vantaggio sui rivali repubblicani. Ma il senatore della Florida di origini cubane Marco Rubio sarebbe in leggero vantaggio (48% contro 45%) sulla ex first lady. Hillary, invece, batterebbe (48% a 45%) il senatore del Texas ed esponente dei Tea Party Cruz. Rubio raccoglie molti consensi fra gli elettori indipendenti (40%) e l'elettorato ispanico (36%). Un campanello d'allarme che Hillary non può trascurare, a un mese e mezzo dal via alle primarie.
Intanto, le dichiarazioni di Trump sui musulmani, da tenere fuori dagli Stati Uniti, e su internet, da chiudere, continuano a fare discutere: se Sarah Palin, già candidata alla vice-presidenza nel 2008, è pericolosamente al fianco del magnate dell’immobiliare, principi sauditi e leader islamici, compreso il presidente turco Erdogan, lo attaccano e persino l’ex vice-presidente Dick Cheney lo critica. Il NYT lo giudica “un razzista che semina odio”, il WP lo definisce “un Mussolini d’America”.
Con Trump, Carson, Cruz, Rubio e Bush, sul palco principale, questa sera, ci saranno pure i governatori Chris Christie (New Jersey, in crescita) e John Kasich (Ohio), il senatore del Kentucky Rand Paul e l’ex ad della Hp Carly Fiorina, l’unica donna. Gli altri candidati più indietro nei sondaggi saranno relegati a un palco minore. (fonti vv - gp)