8 novembre 2016 Election Day: il conto alla rovescia

 

Hillary 'alla Buffett', più tasse ai ricchi, e contro Trump

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Mentre i repubblicani litigano fra di loro e, sul palco di Las Vegas, sciorinano in diretta televisiva sulla Cnn la loro cacofonia, tante parole e poche idee, sulla lotta al terrorismo e contro il sedicente Stato islamico, Hillary Rodham Clinton, battistrada nella corsa alla nomination democratica, cita Bush 2 per confutare Donald Trump e dichiara l’intenzione di alzare le tasse ai più ricchi mandando in sollucchero il miliardario filantropo Warren Buffet, in attesa di affrontare, nel prossimo dibattito fra i candidati democratici, il suo rivale Bernie Sanders, senatore ‘socialista’, che, su questo terreno, non la contrasterà di sicuro.

L’ ‘endorsement’, non sorprendente, ma comunque ‘pesante’, di Buffett alla Clinton è avvenuto martedì ad Omaha, nel Nebraska, città natale del miliardario democratico, cui si deve la cosiddetta Buffett Rule, la regola secondo cui non è giusto che un dipendente paghi meno tasse, in percentuale, del datore di lavoro. “Ecco il nuovo presidente degli Stati Uniti”: così Buffett ha introdotto Hillary, che, sul palco, ha dichiarato l’intenzione di alzare le aliquote fiscali sui redditi più alti.

E mentre a Las Vegas Trump ribadiva la sua proposta di vietare ai musulmani l’ingresso negli Usa e tutti gli aspiranti alla nomination repubblicana criticavano il presidente Obama per l’ “ossessione” di accogliere rifugiati siriani, compromettendo la sicurezza dell’Unione, la Clinton citava una frase del presidente George W. Bush dopo gli attacchi all’America dell’11 Settembre 2001: “Quelli che vogliono suscitare le nostre paure per tirare fuori la nostra rabbia non rappresentano il meglio dell’America, ma il peggio dell’umanità e dovrebbero vergognarsi”; e aggiungeva: “Dobbiamo alzare tutti la voce contro l’odiosa retorica anti-musulmana”.

Parallelamente, l’ex segretario d Stato riproponeva la sua “strategia a 360 gradi per mantenere l’America sicura”; ribadiva che “contenere il sedicente Stato islamico non è abbastanza, dobbiamo sconfiggerlo e lo faremo”; e affermava che i musulmani americani sono parte della soluzione, non del problema: “La prima, l’ultima e la migliore difesa contro il radicalismo interno e il terrorismo”.

In un discorso all’inizio della settimana all’Università del Minnesota di Minneapolis, Hillary aveva già condiviso la scelta di Obama di non inviare truppe di terra in Siria, insistendo sul potenziamento del contrasto alla radicalizzazione interna e alle campagne di reclutamento sul web: “Sono sicura che sceglieremo la determinazione invece della paura e che sconfiggeremo i nuovi nemici come abbiamo sconfitto chi ci ha minacciato in passato”. (fonti vv - gp)

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