8 novembre 2016 Election Day: il conto alla rovescia
Fuori un altro, ancor prima dell’inizio delle primarie: Lindsey Graham, senatore della South Carolina, specialista della difesa e della sicurezza, abbandona la corsa alla nomination repubblicana alla Casa Bianca. La notizia l’ha data lui stesso sul proprio sito internet, ringraziando quanti –pochi- lo hanno appoggiato e promettendo loro che continuerà a dedicarsi alla sicurezza dell’America.
A questo punto, restano in lizza 13 aspiranti alla candidatura repubblicana –a un certo punto, erano stati 17-.
Graham non aveva mai sfondato nei sondaggi e non era mai salito sul palco dei dibattiti in diretta tv –già cinque- fra i candidati repubblicani, sempre relegato al dibattito dei comprimari. C’era chi pensava che si sarebbe ritirato dopo le primarie nel suo Stato, uno dei primi a scegliere i delegati alla convention, il 20 febbraio. Ma il senatore se n’è andato due mesi prima, senza per ora dichiarare il proprio appoggio a qualche ex rivale.
Graham, sostenuto dal candidato repubblicano alla Casa Bianca nel 2008, John McCain, era sceso in lizza a giugno, propugnando una politica estera aggressiva e misure sull’immigrazione: 60 anni, un passato nella AirForce, un senso dell’umorismo spiccato – anche nei confronti di se stesso -, Graham era molto critico sulla politica estera del presidente Obama (“un uomo che pensa in piccolo in tempi grandi”) ed era l’unico fra i candidati repubblicani a dichiararsi apertamente favorevole all’invio di truppe contro il sedicente Stato islamico: “Soldati americani moriranno in Iraq e in Siria per proteggere la nostra Patria”.
Conservatore, in politica interna non nega in Senato il voto all’Amministrazione Obama, quando ne condivide le scelte. (fonti vv - gp)