8 novembre 2016 Election Day: il conto alla rovescia
In polemica con la Fox, che conferma in conduzione Megyn Kelly, la giornalista sua arci-nemica, dopo la lite e gli insulti sessisti dello scorso agosto, Donald Trump annuncia che intende disertare l’ultimo dibattito in diretta televisiva fra gli aspiranti alla nomination repubblicana prima dell’avvio delle primarie – in onda domani sera, giovedì 28 gennaio -. “Voglio vedere quanti soldi faranno senza di me sul palco”, ha detto, definendo la sua decisione “irrevocabile”.
Trump aveva già lasciato intuire le sue intenzioni: “Non mi tratta in modo equo, vedremo che cosa succede”, aveva detto, parlando della Kelly e del dibattito. La Fox aveva replicato: “Prima o poi Trump, anche se diventerà presidente, dovrà imparare che non può scegliere i giornalisti. Siamo molto sorpresi che sia disposto a dimostrare di avere paura delle domande di Megyn Kelly”.
Trump e Ted Cruz sono statisticamente appaiati, in vista delle assemblee di lunedì nello Iowa, che segnano l’inizio delle primarie per le nomination repubblicana e democratica. Secondo l'ultimo sondaggio condotto dalla Quinnipiac University, il magnate dell’immobiliare è al 31% e il senatore del Texas al 29%: tenuto conto del margine di errore del rilevamento di 3,8 punti, il dato vale pari. Lontano terzo è il senatore della Florida Marco Rubio, al 13%; tutti sotto il 10% gli altri.
La situazione è ancora più fluida, se si considera che quasi il 40% di quanti affermano di avere già fatto la propria scelta sostengono di potere ancora cambiare idea. Appare, comunque, scontato che nello Iowa prevarrà un alfiere dell’ala più populista e conservatrice dell’elettorato repubblicano.
A livello nazionale, e nella media dei sondaggi, Trump mantiene invece un buon vantaggio su Cruz, che varia, a seconda di chi fa le medie, tra i 17 e i 22 punti. In un rilevamento Cnn/Orc, lo showman raggiunge per la prima volta il 41% a livello nazionale, più che doppiando Cruz al 19%. Rubio è all'8%, l’ex neuro-chirurgo Ben Carson al 6, l'ex governatore della Florida Jeb Bush al 5. Il 63% pensa che Trump sarà il candidato repubblicano, solo il 16% pensa che sarà Cruz e il 10% Rubio.
Ma i risultati dei primi voti possono rapidamente influenzare l’elettorato. E peserà pure il gioco delle desistenze e degli ‘endorsement’: George Pataki, l’ex governatore dello Stato di New York, già ritiratosi dalla corsa, ha dato il proprio appoggio a Rubio, mentre l’ex governatore del Texas Rick Perry, pure ritiratosi, l’ha dato a Cruz.
L’incertezza nello Iowa tra Trump e Cruz corrisponde all’inasprirsi dei toni fra i due. Sulla MsNbc, lo showman dice che il senatore “si presenta come un cretino” e aggiunge: “E’ un bugiardo e per questo non piace a nessuno, per questo i senatori non l’appoggiano e per questo non chiude accordi con nessuno”.
Dal canto suo, in un video trasmesso da un network cristiano e ripreso dalla Cnn, Cruz avverte che, se Trump vincerà in Iowa e New Hampshire, “potrebbe diventare inarrestabile”: l’unico antidoto è che i conservatori votino compatti per lui, il solo che lo può arrestare. Rubio, invece, sostiene d’essere l’unico candidato che può unire il partito repubblicano.
Di routine, invece, gli attacchi dei democratici: per Hillary Clinton, i toni e le sortite di Trump sono la parte peggiore di questa campagna. (fonti vv - gp)