8 novembre 2016 Election Day: il conto alla rovescia
Mentre il presidente Obama ribadisce la sua certezza che Donald Trump non diventerà presidente perché “la Casa Bianca è un lavoro serio”, non è solo battute e apparenza, lo showman repubblicano e Hillary Clinton dominano nei sondaggi i rispettivi campi repubblicano e democratico, in vista delle primarie del South Carolina.
Il voto repubblicano è previsto sabato 20 febbraio. Secondo Public Policy Polling, Trump è al 35% delle preferenze, davanti ai due senatori Ted Cruz e Marco Rubio entrambi al 18%. John Kasich sta al 10%, Jeb Bush e Ben Carson entrambi al 7%.
Il voto democratico avverrà il 27 febbraio. Lo stesso rilevamento indica la Clinton è al 55%, mentre il suo rivale, il senatore del Vermont Bernie Sanders, è al 34%. Un sondaggio Cnn dà l’ex first lady al 56% e Sanders al 38%.
Trump e la Clinton sono avanti anche a livello nazionale, dove, però, il distacco di Sanders si riduce a una decina di punti (50% contro 40%). Fra i repubblicani, dice la Nbc, Trump guida con il 38%, davanti a Cruz al 18%, Rubio al 14%, Carson all'8%, Kasic al 7% e Bush al 4%. Si conferma l’impressione di tre poli repubblicani: Trump a sé, Cruz per Tea Party ed evangelici e un campione dei moderati che fatica a emergere tra Rubio, Kasich e Bush. E Trump, avvertendo l’ostilità dell’establishment del partito, che sta ancora chiedendosi su chi sia meglio puntare, torna a parlare di correre da indipendente.
La campagna vede una serie di duelli a distanza: Cruz accusa Trump di essere ‘liberal’, il magnate replica dando dell’ ‘instabile’ al senatore. C’è - a sorpresa - la percezione che la discesa in campo della famiglia Bush, specie dell’ex presidente George W., che se la prende con Trump “l’incendiario”, stia dando una spinta al fratello Jeb – una scommessa vinta contro ogni pronostico -, mentre gli interventi dell’ex presidente Bill Clinton zavorrano la moglie Hillary – una scommessa persa, quando sembrava sicura-. Dice la sua pure un altro parente, il fratello inglese di Sanders, Larry, che dopo avere paragonato Bernie al leader laburista Jeremy Corbyn, assicura: “Ce la farà, è un politico tosto”.
Se interviene contro Trump, Obama, che rivendica a sé la designazione del successore del giudice della Corte Suprema Antonin Scalia, non si pronuncia tra la Clinton e Sanders: “Conosco meglio Hillary”, ammette, “ma il dibattito fra i democratici è salutare”, aggiunge. Contro Trump e Sanders, si schiera l’europeo Financial Times, perché – spiega - loro sono l’isolazionismo americano, sia politico che economico.
Hillary cerca di garantirsi il sostegno dei neri incontrando a New York il reverendo Al Sharpton, che giorni fa aveva visto Sanders, mentre la figlia di Eric Garner, uno dei tanti afro-americani vittime della polizia si schiera con il senatore – la moglie di Eric, invece, sostiene l’ex first lady -. E’ un altro esempio del fatto che i giovani, con il loro sostegno a Sanders in campo democratico, possano essere protagonisti del voto 2016. (fonti vv - gp)