8 novembre 2016 Election Day: il conto alla rovescia
Sta per concludersi la gara degli aspiranti alla nomination ‘a fare i newyorchesi’: che siano veraci come Donald Trump; solo di origine come Bernie Sanders, nato a Brooklyn, ma con tutta la carriera politica fatta altrove; o di risulta, come Hillary Clinton, nata a Chicago, arrivata alla politica nell’Arkansas, vissuta otto anni alla Casa Bianca e solo dal 2000 con residenza nello Stato e seggio di senatore a New York.
Al ‘club dei newyorchesi’, non ha neppure provato ad iscriversi Ted Cruz, il senatore del Texas, che, anzi, s’è fatto quasi un punto d’onore di prendere di punta la gente della Grande Mela, criticando i “valori newyorchesi”, per lui troppo liberal. Il governatore dell’Ohio John Kasich è stato invece tradito da una pizza: in un locale del Queens, l’ha affrontato con coltello e forchetta, mentre gli italo-americani e di conseguenza i newyorchesi la mangiano con le mani, come aveva già appreso a suo spese il sindaco Bill de Blasio, poco dopo essersi insediato.
I sondaggi della vigilia delle primarie sono anche funzione dei comportamenti. Fra i democratici, Hillary ha un vantaggio in doppia cifra su Sanders in tutti i rilevamenti, dopo una campagna mai così aspra fra i due – il senatore del Vermont ha addirittura definito l’ex first lady “non qualificata” per la Casa Bianca, innescando la reazione del presidente Obama -. S’è parlato molto di soldi: quelli che Hillary riceve da ricchi sostenitori e finanziatori e quelli che Sanders ha da comuni cittadini.
Fra i repubblicani, Trump è nei sondaggi oltre il 50% delle preferenze, davanti a Kasich al 23% circa e a Cruz al 18% circa. Intanto, l’ex neuro-chirurgo ed ex aspirante alla nomination, il guru nero Ben Carson, sta facendo da scout al magnate dell’immobiliare per acquisirgli più delegati possibile: il vantaggio dello showman su Cruz è nettissimo in termini di voti ottenuti e Stati vinti, ma lo è molto meno in termini di delegati, anche a causa delle regole d’attribuzione degli stessi. Così, ad esempio, le convention statali del Colorado e del Wyoming li hanno assegnati tutti a Cruz e la Louisiana potrebbe darne più a Cruz che a Trump, nonostante Trump vi abbia vinto le primarie. Questione di regole magari strampalate; ma c’è pure l’avversione dell’establishment del partito alla candidatura Trump. (fonti vv – gp)