8 novembre 2016 Election Day: il conto alla rovescia
Scambi di accuse di razzismo e di intolleranza fra Hillary Clinton e Donald Trump, in una giornata di campagna rovente negli Stati Uniti. Poche ore prima di un comizio a Reno, in Nevada, l’ex first lady ha pubblicato un video di suprematisti che sostengono la candidatura del magnate: da figure del KKK a Stephen Bannon, il nuovo stratega della campagna elettorale dello showman, creatore del controverso sito ultra-conservatore Breitbart. "Se Trump vince – mette in guardia Hillary -, queste persone potrebbero guidare il Paese". A Reno, poi, Hillary ha raccontato “la lunga storia di discriminazioni” del suo rivale.
Che ha replicato: la Clinton “ci accusa di essere razzisti, ma noi non lo siamo”; e le ha ritorto contro l’accusa di essere “intollerante”. Quello dell'ex Segretario di Stato "é uno dei piu' sfacciati tentativi di distrazione della storia della politica – afferma Trump - … E' il più vecchio copione democratico: quando le loro politiche falliscono, resta loro solo questo logoro argomento: sei un razzista ... E’ un’accusa disgustosa ed è così prevedibile, è l'ultima spiaggia del politico democratico screditato".
Il magnate è stato introdotto sul palco a Manchester, nel New Hampshire, dall'ex rivale nella corsa alla nomination repubblicana Ben Carson, un nero, che ha detto. "Le vere divisioni, in questo voto, non sono tra la destra e la sinistra, ma tra la gente comune che lavora e l'establishment corrotto che lavora solo per se stesso".
A Reno, Hillary ha sostenuto che la campagna di Trump è costruita sul "pregiudizio e la paranoia": lui "non renderà l'America di nuovo grande, ma riporterà l'America all'odio". L’ex first lady ricorda che il magnate venne denunciato dal Dipartimento della Giustizia perché si rifiutava d’affittare appartamenti a latini e afroamericani. Una causa degli Anni Settanta andata avanti per decenni perché la pratica si perpetuava.
La Clinton ha poi citato il giudice Gonzalo Curiel, che presiede una causa sulla Trump University e che il candidato repubblicano ha bollato come di parte perché "di origini messicane". Elencando una serie di episodi, comprese le asserzioni di Trump che il padre di Ted Cruz fosse coinvolto nell'uccisione di JFK, l’ex first lady ha osservato: questo è quello che succede "quando si prende per vangelo il National Enquirer", uno screditato settimanale di gossip e bufale.
Quanto al rimpasto della squadra di Trump con l’arrivo di Bannon, nessuno si illuda, dice Hillary: "I nomi possono cambiare, come i suprematisti bianchi che ora si chiamano nazionalisti bianchi", ma il loro odio "splende luminoso" come prima.
In precedenza, la Clinton aveva pure lanciato un pesante attacco a Nigel Farage, leader del partito britannico anti-Ue Ukip, che ha fatto campagna con Trump. L’ex first lady ha ricordato che Farage “ha alimentato i sentimenti anti-immigrati per vincere il referendum perché la Gran Bretagna" uscisse dall’Ue: "Farage ha chiesto di bandire i bimbi degli immigrati legali dalle scuole pubbliche e dai servizi sanitari, ha detto che le donne 'valgono meno' degli uomini e vuole eliminare le leggi che impediscono ai datori di lavoro di discriminare in base alla razza … Questa è la persona che Trump vuole dalla sua parte, quando si rivolge agli elettori americani". (fonti vv – gp)