8 novembre 2016 Election Day: il conto alla rovescia
Hillary le conosceva tutte, le quattro signore che Donald Trump ha invitato a seguire il dibattito dalla tribuna dell’Università del Missouri di St.Louis. E – tranne una - Bill le conosceva certo meglio di lei: Juanita Broaddrick, Paula Jones, Kathleen Willey, Kathy Shelton. Anzi, Hillary e Bill avranno notato l’assenza nel gruppo di volti e nomi noti dell’universo femminile di casa Clinton: Gennifer Flowers e Monica Lewinski, ad esempio; e Bill potrebbe forse stilare una lista più lunga.
Indipendentemente da quanto sia, o non sia, davvero avvenuto tra loro e Bill, alcune di quelle donne vivono da decenni nella luce riflessa del loro rapporto con il governatore prima e il presidente poi. E, appena possono, riaccendono i riflettori dei media, sfornando a distanza di decenni particolari più o meno nuovi e più o meno veritieri.
Ma non c’è dubbio che Bill sia stato quello che noi avremmo un tempo chiamato ‘un dongiovanni’. E che Hillary, per amore di famiglia, o per orgoglio di donna, o per bramosia di potere, ne abbia trangugiate di cotte e di crude, al fianco del marito in pubblico e facendogli volare in privato i libri di spigolo sul sopracciglio, come si racconta avvenne ai tempi della storia con la Lewinski.
E forse proprio nelle umiliazioni e nelle frustrazioni causatele delle avventure del marito affondano le radici della sua determinazione a conquistare la Casa Bianca, rovesciando così i rapporti di forza con Bill e affermando che è lei quella che porta i pantaloni in casa e che ha una strategia politica.
Le storie di Juanita e delle altre non sono tutte uguali, né tutte credibili allo stesso modo. E Hillary non sempre vi ha ruolo. Le due ‘fiamme’ su cui c’è poco da dubitare sono proprio le due assenti dallo show montato domenica sera da Trump: la Flowers, 66 anni, ebbe con Clinton una relazione durata a lungo, che nel 1998 l’allora presidente ammise sotto giuramento e da cui l’attrice e modella, che posò nuda per Penthouse, ha ricavato notorietà, un libro, qualche ingaggio. Da tempo, però, la Flowers non mostra animosità verso i Clinton e, in particolare, verso Hillary, di cui anzi sostiene le ambizioni presidenziali.
Pure Monica Lewinski, la stagista accoccolata sotto la scrivania del presidente nello Studio Ovale, che oggi ha 43 anni, fa la psicologa e si occupa dei danni del cyberbullismo, non ha profittato della campagna per ritrovare una qualche popolarità. Eppure, i libri in casa Clinton volarono per lei, o forse perché, a causa sua, Bill stava mettendo a repentaglio un progetto di vita basato sul potere.
Juanita Broaddrick e Paula Jones, invece, sono due con il dente avvelato; e, magari, a corto di soldi. La Broaddrick, 74 anni, dice: "Le azioni parlano più forte delle parole. Trump può avere pronunciato delle parole spiacevoli, ma Bill mi ha stuprata e Hillary mi ha minacciata. Non credo ci sia niente di peggio". I fatti risalirebbero al 1978, Bill era procuratore generale dell’Arkansas: lei non lo denunciò mai e, anzi, nel 1997 smentì voci in tal senso, salvo poi uscire allo scoperto nel ‘99. La vicenda non è mai stata chiarita, ma la Broaddrick s’è molto prestata al suo sfruttamento da parte della campagna di Trump.
Paula Jones, 50 anni, una giornalista, fece invece causa a Bill per violenze sessuali subite nel 1991, quando lui era governatore dell’Arkansas, e la perse. La vicenda costò a Paula un divorzio e grossi problemi economici, per uscire dai quali – raccontò – posò nuda per Penthouse. Anche lei è un’attivista anti-Hillary, sempre pronta a uscire dall’ombra per nuocere ai Clinton.
La Willey, 60 anni, faceva la corte al presidente appena insediatosi e racconta d’esserne stata aggredita nel 1993. Quanto alla Shelton, Bill non c’entra: fu violentata nel 1975 lungo una strada dell’Arkansas quando aveva 12 anni, ma il suo aggressore aveva un buon avvocato e se la cavò. L’avvocato era Hillary, ai suoi esordi professionali. (gp)