8 novembre 2016 Election Day: il conto alla rovescia
Insieme su un palco della campagna presidenziale, per la prima volta: Michelle Obama, la first lady, e Hillary Clinton, candidata democratica alla Casa Banca, sono state ieri coprotagoniste d’un evento a Winston-Salem, in North Carolina, uno degli Stati in bilico l’8 Novembre. E c’è chi ipotizza che siano entrambe destinate a tornare alla Casa Bianca da ‘numero uno’. Ma è fortemente improbabile: va bene che gli americani amano le dinastie politiche, ma due donne (quasi) di fila presidenti, e per di più una nera, restano, per il momento, un’eventualità da fiction.
Per ora, Michelle LaVaughn Robinson Obama, popolarissima, sta dando una grossa mano a Hillary Rodham Clinton, ex first lady - ai suoi tempi temuta, ma meno amata -, per vincere le elezioni.
Nella campagna democratica, Michelle fa quello che doveva fare Bill Clinton, il marito di Hillary: l’ex presidente, in calo di consensi, s’è però rivelato un’arma a doppio taglio perché i repubblicani ne usano le storie di donne per neutralizzare le accuse di molestie a Trump. Michelle, invece, è senza macchia: attiva nel sociale, moglie, mamma, coltiva l’orto e combatte l’obesità dei bambini.
Trump la invidia a Hillary: l’ha ammesso con ironia, alla cena di beneficenza con il cardinale Timothy Dolan. “Se Michelle fa un discorso, tutti l’applaudono. Se Melania fa lo stesso discorso, tutti la criticano”. Hanno riso tutti, un po’ amaro Melania, la moglie del magnate: alla convention dei repubblicani, si appropriò di passi del discorso fatto nel 2008 alla convention democratica proprio da Michelle. Ora, Melania torna in pista: una scelta della disperazione.
Fra Hillary e Michelle, le differenze superano le analogie, anche se vengono entrambe da Chicago da famiglie modeste – conservatori i Rodham, progressisti i Robinson -, sono entrambe avvocati e si sono entrambe laureate in università della Ivy League: Hillary a Yale, dopo il Wellesley College; Michelle a Princeton e ad Harvard.
Nessuna delle due è un’icona del femminismo secondo i criteri codificati negli Anni Settanta. Hillary è donna di potere, acquisito e difeso con ostinazione professionale e compromessi familiari; Michelle è donna d’impegno che convive – bene – con il potere del marito dopo averlo aiutato a conquistarlo.
Hillary, madre di Chelsea e nonna di due nipotini, ha 69 anni. Michelle ne ha appena 52: è madre ancora alle prese con figlie adolescenti, Malia Ann, 18 anni, presto all’Università, e Sasha, 15 anni; il fratello Craig è allenatore di basket alla Oregon State University. Per entrambe, la famiglia è stata ed è importante, ma la sintonia degli Obama appare più a tutto tondo di quella dei Clinton.
Che però restano legati. Come capo di gabinetto alla Casa Bianca, Hillary pensa a John Podesta, che fece lo stesso lavoro per suo marito e che ora è il presidente della sua campagna.
Gli specialisti dicono che, per cogliere a pieno le differenze fra Michelle e Hillary, basta studiarne le acconciature. Hillary ha lo stile tutto ‘posh’ dell’alta società dell’Upper East Side di New York ed è celebre (anche) per i suoi capelli sempre perfetti, grazie al suo ‘harstylist da vip’ John Barrett.
Michelle, che è più giovane ed ha l’estro e il gusto per i colori e il movimento della sua etnia, s’affida, invece, a un giovane talento di Los Angeles, Johnny Wright, noto fra le star di Hollywood e molto innovativo: il look di Michelle cambia in funzione delle intuizioni, e invenzioni, di Wright.
Parimenti diverso lo stile nel vestire, Nessuna delle due ha uno stilista di riferimento. Ma Michelle ricorre spesso a Jason Wu, di Taiwan, che, grazie a lei, s’è fatto un nome e ha raggiunto il successo. (gp)